Kali Filippino e Krav Maga

Storia, origini e il nostro metodo

Il Kali, chiamato anche Arnis de Mano o Esckrima, è un’arte marziale antichissima nata nelle isole Filippine. Lo storico italiano Antonio Pigafetta descrisse nei suoi diari di bordo l’approdo spagnolo nelle isole Filippine e documentò per la prima volta le abilità guerriere delle tribù indigene filippine. Già nel 1500 gli indios, con l’utilizzo di armi comuni e tradizionali del luogo, riuscirono a sconfiggere i conquistadores spagnoli, nonostante questi ultimi fossero più numerosi e dotati  di armi da fuoco. Il 27 aprile 1521 nel conflitto che passò alla storia come Battaglia di Mactan, il Rajah locale Lapu Lapu uccise il famoso circumnavigatore Ferdinando Magellano, utilizzando una lunga spada simile ad una scimitarra. Da allora la storia delle arti marziali filippine accompagnerà le vicende storiche che hanno visto l’arcipelago oggetto di altre successive occupazioni straniere e i tentativi di indipendenza del popolo filippino. Si ritiene doveroso citare gli eroi nazionali Jose Rizal (che apprese tecniche di scherma occidentale) e Andres Bonifacio, esperto di eskrima (fondatore di una società segreta rivoluzionaria). Le guerre per l’indipendenza delle Filippine proseguirono durante l’occupazione americana, dove i soldati statunitensi impiegati nell’arcipelago testimoniarono circa le abilità nel maneggio delle armi bianche da parte dei combattenti filippini. Si narra che nell’isola di Samar (28 settembre 1901) 200 combattenti filippini armati di macheti filippino (armi da taglio chiamati bolo) riuscirono a sconfiggere la Compagnia del 9° Reggimento di fanteria americano, i cui soldati erano equipaggiati con armi da fuoco. In seguito, nel corso della Seconda Guerra Mondiale, i filippini si allearono con gli americani per contrastare il Giappone e fu creato il Bolo battalion (il 1° Reggimento di fanteria americana composto da soldati filippini armati di machete), il quale combattè contro i giapponesi nella giungla filippina.

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Il Kali filippino è quindi specializzato nell’uso delle armi bianche (coltelli e bastoni) e di tecniche (sia di difesa, che di attacco) a mani nude. Le tecniche a mani nude per affrontare un avversario armato raggiungono con il Kali una specializzazione che difficilmente si trova in altre discipline. Il Kali Filippino è ritenuta ai giorni nostri la migliore arte marziale per imparare ad usare i coltelli e i bastoni, nonché a difendersi da essi; vengono studiati ed allenati i giusti movimenti del corpo, le linee, gli angoli di uscita, il footwork e l’insieme delle tecniche dirette e di facile esecuzione, proprio per essere apprese in breve tempo.

Sin dai tempi antichi le arti marziali del Sud Est asiatico (Silat e Kali), le prime che impiegarono e studiarono le stesse armi dalle quali dobbiamo difenderci ai giorni nostri, utilizzarono sin da subito il coltello e i bastoni nell’insegnamento, proprio perché i filippini sostenevano che “è necessario conoscere le armi dalle quali bisogna difendersi”. Pertanto, come tradizione vuole, anche nei corsi collettivi vengono sin da subito utilizzate le armi dagli allievi, ovviamente senza filo, non taglienti, allo scopo di conoscere l’arma da cui eventualmente dobbiamo difenderci in strada da possibili aggressori. Tra tutti i sistemi marziali e sport da combattimento in genere che utilizzano le percussioni, il Panantukan (insegnato con il Kali filippino, in quanto parte integrante di esso) è uno tra i più validi da apprendere per un praticante, in quanto è marziale / senza regole, quindi il più similare ad un confronto in strada con un aggressore. Nel Panantukan si studiano i fondamentali del pugilato, oltre a tutte le percussioni possibili. Inoltre con il Kali filippino si studia il Sikaran (l’arte del calciare), vi è lo studio delle leve articolari, oltre ovviamente allo studio e alla pratica degli intercetti e alla lotta a terra (in un’aggressione in strada è facile infatti cadere e dover difenderci a terra).

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Negli allenamenti di Kali filippino vengono eseguiti esercizi di manualità (hubad – catena de mano, mani nude contro coltello, mani nude contro bastone, bastone contro bastone e coltello contro coltello) e di sparring (coltello contro coltello), senza mai dimenticare le tecniche di difesa personale. Se è vero che dobbiamo difenderci ai giorni nostri con qualsiasi oggetto che ci troviamo “a portata di mano”, perché non utilizzarlo nel giusto modo, effettuando i giusti movimenti del corpo, imparando i giusti angoli e le giuste linee ? Va ricordato che i movimenti del corpo sono quasi sempre gli stessi, cambiano leggermente, sia se tiriamo una gomitata, sia se utilizziamo un coltello corto, sia se utilizziamo un machete e sia se utilizziamo un comune posacenere in vetro che troviamo sul tavolino di un locale pubblico. E’ vero che non andiamo e non dobbiamo andare in giro armati di coltello o di bastone, ma è pur vero che il posacenere lo possiamo facilmente trovare “a portata di mano”, come qualsiasi altro oggetto, ad esempio un ombrello o un mazzo di chiavi.  Se dobbiamo difenderci dobbiamo farlo imparando ad usare qualsiasi oggetto, in quanto tutti sono efficaci se utilizzati con la giusta tecnica e i giusti movimenti.

Attualmente il Kali filippino risulta essere, con il Krav Maga, tra i sistemi di combattimento più praticati dai corpi speciali militari (ad esempio Navy Seals e Rangers) e dai migliori reparti operativi di polizia.